Oro

Il tipo di metallo utilizzato sul gioiello è indicativo del suo valore e di quello di eventuali pietre montate, salvo la presenza di firme di maison importanti . 

Per quanto concerne i metalli preziosi o anche nobili utilizzati in gioielleria in primis troviamo l’oro che in Italia, in Europa e in Nord America viene lavorato e commercializzato mediante l’ausilio di altri metalli tramite percentuali ben precise. Difatti l’oro ha il suo titolo, quest’ultimo non è nient’altro che la percentuale di oro presente nel nostro gioiello. Per fare un esempio quando leggiamo oro 18k, oro 750/1000 sta a significare che il nostro monile sarà composto dal 75% di oro e dal 25% da altre leghe non preziose.

Difatti quando saremo a conoscenza della quotazione di oro al grammo per convenzione viene quotato il cosiddetto “oro puro” o anche definito oro a 999/1000, quello con cui solitamente vengono fatti i lingotti.

Esistono anche altre percentuali note tramite le quali è possibile trovare oggetti preziosi, come l’oro a 585/1000 (58,5% di oro), 375/1000 (37,5% oro).

Mediante la conoscenza del nostro titolo del gioiello non sarà difficile desumerne il suo reale valore poiché se dovessimo avere come nella stragrande maggioranza dei casi un gioiello da 750/1000 (18k), basterà moltiplicare la quotazione dell’oro al grammo per il numero di grammi presenti sul nostro oggetto e decurtarlo del 25% questo in assenza di pietre montate, di perle o di altri oggetti montati che ne modifichino il peso.

Questa sarà una valutazione a grandi linee poiché sarà compito dello stimatore ricercare eventuali lavorazioni “a banchetto” (fatte a mano) che ne potrebbero aumentare il valore di un 10%- 20% in presenza di particolari e complesse lavorazioni come potrebbe essere quella della cera persa, se invece la lavorazione dovesse essere fatta il fabbrica “pressofusione” non saremo in presenza di particolari e complesse tecniche lavorative ma si tratterà di riproduzioni in serie e quindi al maggiorazione non sarà in nessun caso al di sopra del 5%.

Volendo fare un esempio se dovessimo avere una fedina d’oro da 10 grammi e l’oro dovesse esser quotato in borsa a 50 euro al grammo basterà fare 50×10=500-25%(nel caso di oro 18k) =400 euro ai quali andranno addizionati un 5% se l’oggetto è stato fatto in pressofusione quindi 420 euro, se invece l’anello è stato fatto “a banchetto” cioè a mano con una raffinata lavorazione il suo valore aumenta del 20% quindi sarà di 480 euro.

La valutazione si potrebbe scostare da questi parametri se dovessimo essere di fronte ad un gioiello “firmato” come nel caso di: “Cartier”,  “Bulgari”, “Tiffany” etc. o comunque in presenza di quei marchi di maison internazionalmente note che hanno investito ingenti capitali nella valorizzazione del loro brand.

Infatti i gioielli “firmati” vengono venduti all’origine a prezzi estremamente superiori se rapportati al loro peso e confrontati con monili simili ma senza le suddette firme.

Per riconoscere il titolo del nostro gioiello sarà sufficiente visionare la parte interna, quindi quella non visibile se indossato e ricercare il seguente marchio: 

-18k o 750/1000, o questo simbolo 

L’oro in natura è un metallo duttile (non è molto duro) ed è per questo che non viene mai utilizzato puro per la creazione di un gioiello, altrimenti si deformerebbe con il mero utilizzo delle mani.

In natura questo metallo nobile si rinviene con il suo caratteristico colore giallo, il suo colore originario può essere modificato mediante l’ausilio di altre leghe in fusione: l’argento per l’oro bianco, o il rame per l’oro rosso etc.

Non ci sono commenti

Lascia un commento